La Kinesiologia Integrale e Odontoiatrica
è una metodica diagnostica che considera la malattia come l’espressione di uno squilibrio globale dell’essere umano ed i sintomi come espressioni localizzate di squilibrio sistemico. L’Essere Umano è costituito non solo di organi ed apparati anatomici ma anche di sostanze chimiche che direttamente o indirettamente immettiamo nel corpo e soprattutto da un’attività psicoemozionale che condiziona tutto il Sistema
Per tale motivo l’Approccio Kinesio-Posturale è per definizione “integrale” cioè analizza tutti gli aspetti patogenetici del paziente in esame.
Curare quindi non solo i sintomi ma la persona in tutto il suo “essere”attraverso l’ausilio di metodiche mirate e “ad personam” senza scostarsi in tal modo dal principio Ippocratico “primum non nocere”.Una volta identificati i muscoli deboli e trovata la maniera di renderli tonici, si assisterà ad un raddrizzamento spontaneo del corpo e col tempo ad una diminuzione fino alla scomparsa di quei disturbi che spesso sono presenti in questi pazienti: dolori alla testa, al collo, alle spalle, alle braccia, alla schiena, alle gambe; problemi respiratori, digestivi, mestruali ecc.. ecc
Perchè esiste un quadro così imponente di sintomi derivanti dall’alterazione della biomeccanica vertebrale?
Nella colonna vertebrale è contenuto il midollo spinale, parte integrante del sistema nervoso centrale ovvero del “computer” che gestisce tutte le informazioni (input) che arrivano dal corpo e tutte le istruzioni (output) per le funzioni corporee
Tra una vertebra e l’altra si trovano le radici dei nervi che si distribuiscono in tutto il corpo (cranio a parte) i quali sono paragonabili a dei cavi elettrici per la trasmissione degli impulsi.
La condizione per cui il sistema nervoso funzioni correttamente è subordinata al fatto che gli impulsi siano trasmessi senza interferenze, che possono verificarsi quando le radici nervose sono stirate o compresse, come avviene quando le vertebre non sono perfettamente allineate.
Questo spiacevole evento può essere dovuto ad esempio ad un trauma violento (caduta, colpo di frusta, ecc.) oppure ad una posizione viziata di lavoro (dattilografe, dentisti, ecc.) oppure ad un microtrauma che però si ripete tante di quelle volte nell’arco della giornata da diventare importante come un trauma violento
I microtraumi ripetitivi che possono influenzare l’equilibrio della colonna sono quelli legati a due funzioni biomeccaniche fondamentali: camminare in modo scorretto per un problema ad un piede, deglutire in modo scorretto per un problema dentale.
Per quanto riguarda i piedi il problema è abbastanza semplice da capire: c’è stata una lesione tendinea, articolare oppure ossea e nel processo di guarigione qualcosa non ha funzionato per cui la biomeccanica del piede risulta alterata con o senza dolore.
Il computer cerebrale percepisce anche in assenza di sintomatologia dolorosa, che esiste una differenza tra la possibilità di caricare il peso del corpo su di una gamba piuttosto che sull’altra: quindi in posizione eretta il soggetto tende ad essere deviato, per “caricare” meno il piede dove esiste il problema. Camminando inoltre dovrà assumere il tipico atteggiamento della zoppia: un passo sarà più lungo dell’altro perchè il piede che fa male o che non dà affidamento viene “caricato” per un tempo più breve, mentre l’altro piede sopporterà il peso del corpo per un tempo più lungo.
In entrambi i casi, sia stando fermo che camminando, il soggetto avrà una distribuzione diversa dei carichi sulle due gambe, che si accompagnerà a una deviazione del bacino, quindi della colonna vertebrale, ed alla fine anche della testa.
L’altro fattore che influenza l’equilibrio della colonna è la biomeccanica del cranio, che comprende funzioni estremamente più complesse di quelle dei piedi: respirazione, fonazione, masticazione, deglutizione.
Basti pensare che un terzo dei circuiti cerebrali deputati all’elaborazione delle istruzioni per la periferia vengono utilizzati per la gestione di queste funzioni, che inoltre sono tutte in vario modo collegate all’OCCLUSIONE DENTARIA, cioè alla presenza, all’allineamento, al combaciamento dei denti e alle articolazioni temporo-mandibolari.
Il microtrauma derivante dalle anomalie dentarie che causano una occlusione patologica si manifesta soprattutto durante la deglutizione, atto vitale e ritmico come il battito cardiaco o la respirazione, che si ripete 1000/1500 volte nelle ventiquatt’ore e quindi anche durante il sonno. La deglutizione ci accompagna per tutta la vita: dai primi mesi di gravidanza quando nell’embrione si forma lo stomodeo (cioè la bocca primitiva) fino all’ultimo respiro
In questo caso ” l’input nocicettivo “che parte dall’occlusione dentaria determinerà l’instaurarsi di un quadro posturale compensatorio antalgico, manifestando squilibri muscolari caratterizzati dalla presenza di gruppi muscolari contratti, con i rispettivi antagonisti rilassati.
E così ad una valutazione posturale il paziente potrà presentare ad esempio una spalla più alta dell’altra, una deviazione della colonna vertebrale ,uno sbilanciamento del bacino e così via fino ad arrivare ai piedi.
Il tutto accompagnato da un corredo sintomatico caratterizzato da dolori al collo, cefalee, mal di schiena, dolori alle ginocchia, alle gambe o ai piedi.
Se un individuo non riesce a stare diritto in assenza di malformazioni ossee e/o muscolari congenite oppure acquisite (es. poliomelite), è necessario studiare la funzione dei muscoli che determinano la postura, cioè l’atteggiamento del corpo, per capire quali non funzionano e soprattutto perchè non funzionano.
La Visita Kinesio-Posturale si fonda sulla Semeiotica Clinica:
esame posturale, valutazione delle escursioni articolari, palpazione e soprattutto i Test Muscolari.
Questi ultimi consentono al Kinesiologo di ottenere dal corpo del paziente informazioni diagnostiche estremamente precise e significative che permettono di individuare le vere cause eziologiche e di ordinarle in modo da stabilirne la priorità.
In tal modo si può programmare un intervento terapeutico efficace perchè mirato ed adattato ai problemi specifici del paziente, tenendo conto della sintomatologia ma anche e soprattutto dell’individuo inteso nella sua globalità ed in rapporto all’ambiente dove vive.